domenica 19 maggio 2013

Virginiana Miller

Si vedeva già dall’esordio che i Virginiana Miller avevano le carti in regola per lasciare un segno. Le passioni iniziali arrivavano dal fascino della musica inglese, Cure e Smiths in testa, ma i Virginiana Miller hanno avuto da subito il coraggio di inventare qualcosa di nuovo, cercando di girare attorno alla canzone d’autore italiana con ironia e pure con un accento surrealista. Supportate da un suono efficace, semplice e a tratti trascinante: le chitarre ritmiche sembrano essere la spina dorsale di tutti i brani, non mancano tocchi piacevoli di tastiere ma quello che davvero sorprende è che il lavoro del gruppo, e della produzione, si è mosso tutto attorno alle canzoni dando a Gelaterie sconsacrate un tono di maturità abbastanza raro tra i gruppi italiani. Le canzoni dei Virginiana Miller sembrano piccole descrizioni felliniane anche se i panorami non sono quelli delle spiagge dell’Adriatico ma le litoranee di Livorno e dintorni: Gelaterie sconsacrate ha il sapore dei bagni marini mezzi abbandonati, delle scogliere sporche di petrolio, di qualche attimo fuggente preso in prestito ai locali del porto. Si sentono anche echi (sonori) di Tom Waits e dintorni, ma più in generale i Virginiana Miller sembrano una felice organizzazione tra la caotica follia di Piero Ciampi (loro ci mettono un po’ più di ordine) e un notevole gusto pop (se non proprio popolare) di fondo. Assolutamente da riscoprire. (Lucia Jorio)

Nessun commento:

Posta un commento