venerdì 24 maggio 2013

Evasio Muraro

L’ondeggiante sfarfallìo che introduce Scontro tempo in quel futuribile esempio di canzone d’autore italiana che è Venti volte è sufficiente a comprendere che la svolta cercata e voluta di Evasio Muraro si è compiuta in un disco di una bellezza rarefatta e intensa, le cui mille forme si presentano in altrettanti maiuscoli particolari. Giocoforza, Muraro deve condividere ampiamente il merito con Chris Eckman la cui produzione, senza snaturarne le caratteristiche che avevamo già apprezzato in Canzoni per uomini di latta e O tutto o l’amore, allarga le prospettive con un taglio molto affilato e avanzato. L’effetto migliore della sua produzione, si presume, è comunque aver uniformato e reso coerenti sfumature molto lontane, dal genialoide duetto free tra batteria e sassofono di Giorni al funk di Puzzo di fame e Contiene il cielo alle personalissime visioni di Evasio Muraro in Scontro tempo (un capolavoro), Il mondo dimentica o Il maestro e la sua chitarra. Il tutto confezionato splendidamente in una ricca confezione al tempo minimale ed elegante, roba che non si può scaricare aggratis, anche perché se c’è qualcosa che insegna il filo dei discorsi sotterranei che scorre in Scontro tempo è che la bellezza ha un costo, se non altro nell’Infinito viaggio che ci vuole per cercarla e, per caso o per fortuna, trovarla. Qui c’è, ed è per questo che, almeno per quanto mi riguarda, Scontro tempo è il disco dell’anno. (Alessandra Longo)

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