domenica 5 maggio 2013

Daniele Tenca

Non c’è dubbio che Wake Up Nation segni un bel salto di qualità per Daniele Tenca, passaggio che assume ancora più valore se si pensa che arriva dopo quel Blues For The Working Class ha rivelato una voce nuova, coraggiosa, intensa capace di leggere un vocabolario, musicale e letterale, anglosassone e di collocarlo in una solida realtà nostrana. Un sognatore con i piedi ben saldi per terra, che vede nel rock’n’roll, la forma ideale per veicolare storie, impressioni ed emozioni concrete e attuali: Wake Up Nation è una sintesi coraggiosa ed entusiasmante che carica su un bel treno di chitarre, tutte intrise di blues, una vagonata di belle canzoni, sentite, accurate, pungenti. Questo è quello che ci si aspetta da un songwriter e/o da una musicista che vive il blues del ventunesimo secolo, per dirlo con Steve Earle (un personaggio che non deve essere sconosciuto a Daniele Tenca). Di suo, poi, Wake Up Nation ci mette una ricerca sonora che lo distingue in modo nitido da Blues For The Working Class, pur mantenendo un’indiscutibile coerenza di fondo. In Wake Up Nation Daniele Tenca si concede qualche apertura in più, sposando soluzioni inusuali e originali nel contesto di un suono che ha, sì, uno spirito blues (a tratti persino molto abrasivo) ma non si nega nemmeno un tuffo Into The Wild con la bella, pertinente e accorata versione di Society. Finale adeguato per uno dei dischi (italiani) più belli di quest’anno. (Eddie Spinazzi)

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