venerdì 3 maggio 2013

Dada Tra

Il disco d’esordio dei Dada Tra, gruppo che si è sviluppato “senza troppa fretta e tensione ossessiva” (e direi che va bene così) attorno Camillo Achilli (basso), Stefano Battiston (voce, chitarra acustica, tastiere), Corrado Campanella (chitarre), Stefano Gilardone (batteria) e infine Gege Picollo (chitarre) ha almeno un paio di risvolti da segnalare. Dal punto di vista musicale i Dada Tra sembrano preferire certe influenze anglosassoni, con una vocazione spontanea per l’intreccio delle chitarre acustiche ed elettriche che spesso diventa la spina dorsale di lunghe intro o piccole suite in coda alle canzoni (basta sentire il finale elettrico di The Golden Ass). Le sfumature psichedeliche, e in certi passaggi persino progressive, sono fisiologiche e i Dada Tra mostrano di conoscere e maneggiare gli argomenti (nonché gli strumenti) con un’inusuale destrezza. Le atmosfere evocate, nelle canzoni in inglese, non hanno nulla da invidiare agli originali e ai modelli di riferimento che appaiono ben digeriti e assimilati. E’ la parte in cui sembrano più naturali e a loro agio, mentre nelle canzoni cantate in italiano la sintesi non è altrimenti felice. Non è detto che le due forme non possano convivere: è una questione di piccole sfumature, di armonizzare qualche passaggio, in fondo di progredire nell’evoluzione che questo disco ha appena inaugurato. Niente che i Dada Tra non possano permettersi da qui in poi. (Stefano Hourria)

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