In
mezzo ai tormenti di rock’n’roll band, cantautori, ensemble più o meno
ispirati, è stata una vera e propria sorpresa scoprire le belle atmosfere di Change
di Milena Piazzoli. Cantante, dalla
squillante voce tenorile, chitarrista e all’occasione anche pianista e
percussionista, Milena Piazzoli frequenta con convinzione e senza paura
territori piuttosto distanti tra loro, come le canzoni degli chansonnier (bella
la versione di Eau à la bouche di
Serge Gainsbourg) e Parchfarm Man,
uno scorticatissimo blues di Bukka White, per dire soltanto due degli estremi
sfiorati da Change. Ci vuole
personalità per attraversare tanto spazio e Milena Piazzoli la rivela anche nel
suo personale songwriting che, pur sottolineando alcune influenze abbastanza
precise (probabilmente Joni Mitchell su tutte) ha caratteristiche peculiari
molto interessanti, e se serve un esempio, basta ascoltare Sensations per poi lasciarsi avvolgere dalla natura di Change. Anche perché Milena Piazzoli con l’aiuto di Max
Prandi e Vincenzo Giacalone alle chitarre nonché Alessandro Porro in sede di
produzione imbastisce un suono che ruota attorno alla sua chitarra acustica (e
alla voce, naturalmente) ma che ha molti spunti particolari, compresa la
fisarmonica di Mariangela Tandoi in Il ne marche e Morenica.
Change suona fresco, acuto,
intelligente e molto personale ed essendo un esordio, è di sicuro un bel modo
per cominciare. (Marco Denti)
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