E’
sicuro che un Viaggio di ritorno
come quello di Nagaila abbia bisogno di molto più spazio per esprimersi che il
ristretto, complicato e autoreferente panorama italiano. Talento vocale
indiscutibile, non soltanto per educazione ed estensione, Nagaila segue con una
spontanea naturalezza anche un’innata vocazione da interprete (che, per inciso,
ci piacerebbe vedere in modo più ampio e diffuso) nonché alla scrittura. Una
musicista poliedrica che nel suo Viaggio di ritorno ha avuto la fortuna di
incontrare altri due o tre musicisti in grado di dialogare, strada facendo con
lei. Il primo è Fidel Fogaroli, eclettico ed elegantissimo tastierista che è il
vero alter ego di Nagaila, aiutato poi in sede ritmica dal raffinato
percussionista Matteo Milesi. Al trio così composto da tempo si affianca il
tecnico del suono Mauro Galbiati con il quale hanno condiviso la produzione di Viaggio
di ritorno. Con ogni ragione perché
le trame avvolgenti in cui si muove la voce di Nagaila si dipanano
dall’interplay di Fidel Fogaroli e Matteo Milesi e dalle proiezioni
elettroniche che creano un sound originale, evoluto e per niente ostico
all’ascolto. La forma è sospesa tra la canzone d’autore, la ricerca e la
sperimentazione, una sottile e appassionata vena jazzistica in sottofondo e una
predilezione per la pop song nella migliore delle accezioni. Mettete Nagaila
tra Peter Gabriel e i Radiohead e si troverà a suo agio. (Lucia Jorio)
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