L’esperienza
degli Etnoritmo è frutto della vulcanica predisposizione di Paolo Farina,
iperattivo musicista pugliese (ma da anni trapiantato nella periferia milanese)
che nel 2000 ha assemblato il suo multiforme ensemble. Nel nucleo essenziale
degli Etnoritmo c’è uno spirito cosmopolita che, attraverso le rotte del
Mediterraneo, legge tutta una particolarissima mappa sonora. A dispetto dei
luoghi comuni, il dialetto diventa allora il linguaggio musicale più spontaneo
e un’occasione di incontro con altri modelli ed esperienze. Il primo disco, Sitanafri è già uno splendido esempio del vagabondare di Paolo
Farina, ma è con Tondomondo che
gli Etnoritmo raggiungono una precisa definizione, grazie anche a una canzone,
Le montagne sono alte, in cui
s’intrecciano italiano, pugliese, arabo e albanese. La ricchezza degli elementi
etnici non impedisce ad altre sfumature di emergere in modo più naturale ed
essendo una realtà in costante evoluzione, gli Etnoritmo si sono proiettati
anche verso una personalissima rilettura delle proprie canzoni nel recente Dall’acustico
all’elettrico, dove hanno ripescato e
riarrangiato selezioni di Sitanafri e
Tondomondo con un’apertura totale
per ospiti e amici che li hanno portati a convogliare in una colorita identità
le più svariate sonorità, dagli Stormy Six alla tammurriata. Contaminati,
espressivi, coraggiosi gli Etnoritmo sono l’esempio concreto di un mondo (senza
paure) ancora possibile. (Stefano Hourria)
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