È ormai raro trovare un album ispirato e suonato come Ash ovvero All Souls Heal dove alla solidità delle radici blues e rhythm & blues si fonde uno spirito elettrico e rumoroso molto, molto rock’n’roll. Big Man James al secolo Giacomo Cassoni ci arriva con una lunga ed eclettica esperienza, dalle strade nostrane ai palchi internazionali, che gli consente di gestire con la stessa misura l’assiduo groove che distingue tutte le canzoni di All Souls Heal così come gli arrangiamenti vocali e lo strepitio delle chitarre su prima o poi spuntano sempre con il volume giusto (e così ci vuole: decisamente alto). Le fondamenta naturali sono queste, poi c’è un diffuso background soulful che si distingue in Tell Me o Keep Them To Yourself, ci sono le folate di organo che forniscono gli adeguati contrappunti alle chitarre (onnipresenti) e basta sentirle in I’ve Go To Do It o subito all’inizio con Deal With The Devil o Ask For Mercy e poi ci sono gli amplificatori che bruciano in Ice Cream. I riferimenti stanno tra i Black Crowes nudi e crudi e i Gov’t Mule più accessibili, ma è solo per avere un’idea, perché le canzoni e le voci di Big James Man hanno un’identità proprie anche quando ricalcano i passaggi standard di White & Blues Flag e Down On Me o il jungle beat di Bo Diddley nel tambureggiante finale di Be Yourself che sfoggia pure uno sfavillante pianoforte. All Souls Heal è un album generoso, coinvolgente e immediato fin dalla copertina essenziale che nei suoi tratti in bianco e nero riprende alla perfezione lo spirito di Big Man James, e fatte le dovute somme è uno dei dischi migliori sentiti nel 2025.
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