lunedì 23 settembre 2013

Angelo Leadbelly Rossi

Come suggerisce il suo nome, Angelo Leadbelly Rossi è un grande estimatore di quella tradizione musicale americana che attraversa il blues e il folk, ma che ormai ha varcato i confini propri degli Stati Uniti ed è diventata un patrimonio trasversale alla gente più sensibile, piuttosto che un tesoro nazionale. Per questo la copertina di I Don't Want To Take Nothing With me When I'm Gone, che ricorda da vicino le fotografie di Stephen Shore, riporta verso un'America dell'anima, piuttosto che della realtà, ed è poi dentro, tra "ossa doloranti, come vecchi ricordi di amori traditi nei deserti dell'anima". Solo una manciata di canzoni ed è lì che si scopre questo uno dei blues migliori che si suona in Italia, e non solo. Ad Angelo Leadbelly Rossi (voce, chitarre e piano) con Vittorio Bettoni (basso e tuba) e Andrea Cajelli e Angelo Fiombo (batteria) è riuscito il miracolo di interpretare suoni, linguaggi, atmosfere e suggestioni afroamericane con il piglio e l'onestà di chi li ha coltivati da sempre con passione, dedizione, sofferenza, pazienza e in un parola con l'amore per la cultura. Per cui capita di sentire le note di Ry Cooder in Brother Wim Blues, ma forse perché lui a sua volta si era ispirato a Blind Lemon Jefferson, una trasmissione di saperi, conoscenze e temi che scorre lungo le corde della chitarra e che è sempre attuale perché No More War, che conclude l'album, è l'invocazione blues dei nostri tempi. Assolutamente da riscoprire. (Alessandra Longo)

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