venerdì 8 agosto 2025

Paolo Farina

Per quanto le Ballate avanzate di Paolo Farina risalgono a un periodo abbastanza esteso, più di dieci anni, e a un’origine variopinta trovano una precisa collocazione in questo organico riassunto. Paolo Farina è un cantautore eclettico e prolifico capace di portare le sue canzoni verso territori curiosi e spesso raramente esplorati, come nell’arco della sua lunga esperienza è successo con l’esperienza world music degli Etnoritmo o con quella più articolata di Humana Prog. Certe sfumature progressive tra le Ballate avanzate si trovano in Le donne del futuro, ma le raffinatezze abbondano tra gli arrangiamenti degli archi di L’eredità, un bel racconto in bianco e nero di un tempo ormai sfumato, nelle suggestioni acustiche di Domani mi riprendo il mondo o nel groove di Sono malato, dove le piccole cronache di vita quotidiana diventano una saporita canzone dal gusto pop. Il background degli Etnoritmo, uno degli esperimenti più convincenti di Paolo Farina, emerge con la voce di Mirella Mastronardi in Verso Sud e in A Vei D’Cos dove il dialetto aggiunge un’altra peculiarità linguistica alla ricercata essenza di queste Ballate avanzate. Meritano un cenno particolare anche La lettera di Samir, la versione acustica di Neve Candida e quella strumentale di Turista, nonché il reggae di Sto bene con te, ancora con Mirella Mastronardi alla voce, ma soprattutto la delicata invocazione di Posa le armi, che non ha bisogno di spiegazione ed è più urgente che mai.

lunedì 28 luglio 2025

SirJoe Polito

A prima vista, Black & White è una sorta di concept album concentrato nell’omaggio alla California, da Stephen Stills a David Crosby fino a Tom Waits, da sempre passioni di SirJoe Polito. Alle interpretazioni di 4 + 20 e della classicissima Almost Cut My Hair in una versione rarefatta e quanto mai attuale, fa seguito Bronx Lullaby/Smuggle’s Waltz, con un sassofono spaziale che è l’unico interlocutore (anche in Last Night e Happy New Year) oltre alle onnipresenti chitarre che sparse in quantità ottime e abbondanti, si alternano nelle possibilità acustiche ed elettriche come succede in Friend Come And Go e nella conclusiva Life. Il sound è corposo ed elegante (sentite Sunny Day in Santa Monica, con uno splendido inciso chitarristico in perfetto stile Ry Cooder, nota inclinazione di SirJoe Polito), con dinamiche ritmiche che si rivelano di volta in volta e il volume degli amplificatori incontrastato, come accade in Run Against The Wind, che nel titolo contiene un richiamo anche a Bob Seger, un altro che, a suo tempo, è rimasto intrappolato dalle parti della Pacific Coast Highway. Detto questo, Black & White non è soltanto un tributo sacrosanto e dichiarato alla West Coast americana: è nello stesso tempo il suo disco più coraggioso e intimo perché Sirjoe Polito conosce la materia come pochi altri e le canzoni originali si accostano con naturalezza a quelle dei troubadour californiani, e non è poco. Un’ulteriore nota alla confezione curatissima in tutti i dettagli, dall’apparato grafico alle note di copertina alle immagini, tutta una ricchezza assemblata con gusto e attenzione, proprio come si facevano i dischi un secolo fa.

venerdì 3 maggio 2024

Paolo Ronchetti

Dopo anni di militanza in dozzine di gruppi, ensemble, progetti, collaborazioni ed eventi estemporanei, Paolo Ronchetti giunge all’esordio discografico con un album coraggioso che prova a sintetizzare la passione per “mille autori e musicisti” in uno stile personale e unico. L’allineamento di “ispirazioni e desideri” in Cose da fare ha una ricchezza intrinseca cresciuta coltivando una visione musicale panoramica ed elaborata, che comprende persino il riff e gli arrangiamenti di chiara derivazione nordafricana in Vedi come passa il tempo. È una bella sorpresa e non è l’unica perché ci trovate Enzo Jannacci e i Los Lobos, Tom Waits e Gianmaria Testa, i Suicide e Charlie Haden, Joni Mitchell e Patti Smith perché le canzoni di Cose da fare oggi serpeggiano anche tra i lati femminili, con parole modificate in corso d’opera, suoni che attingono a galassie distanti tra loro e che trovano nell’interpretazione di Paolo Ronchetti (e nell’accurata produzione di Michele Anelli) una felice coesione, uno spirito comune e condiviso. Magari è vero che L’amore è una focaccia calda, ma tra le Cose da fare pare di capire che abbia un ruolo molto più importante: l’album è pervaso da una tensione spirituale che comincia con il tambureggiare di Attendo il sereno e si congeda con l’intima confessione di Adoro le canzoni di Natale. Un’intensa e delicata lullaby che racchiude tutte “le cose” di Paolo Ronchetti: sono tante, spumeggianti, bellissime e vanno scoperte almeno con la stessa cura con cui sono state assemblate.

giovedì 9 novembre 2023

Nagaila

Testimonianza del percorso stilistico speciale e unico di Nagaila, Niente di reale avvolge con trame sonore elaborate, a tratti taglienti, più vellutate e incantevoli che sanno spiegare come “come fanno i sogni a sussurrare la verità”, uno dei versi più significativi di Venere, che poi viene puntualmente contraddetto nel finale. D’altra parte Niente di reale coltiva i contrasti con meticolosa partecipazione, assecondando l’intensa interpretazione vocale di Nagaila che senza sforzarsi incanta con piccole e affascinanti variazioni di tonalità, come succede in È tempo che rimane. Lo sfondo è garantito dalle orchestrazioni di Fidel Fogaroli le cui chitarre e tastiere creano la giusta atmosfera per canzoni che hanno una sensibile struttura pop, ma anche una raffinata natura d’autore, che si esprime al meglio in Delicata, Pesci sul confine e Artificiale, ma soprattutto nei riff ipnotici e nel grave pianoforte di Dracula che, insieme alla conclusione di Inverness, costituiscono il lato più ombroso, misterioso e profondo di Niente di reale. Lì si aprono già accennati in Misterica, dove la conduzione musicale si fa via via minimale, con una tromba (la stessa Nagaila) che si fa largo nello spesso ordito di sequenze, feedback e divagazioni elettroniche che imperversano sullo sfondo. Una colonna sonora crepuscolare e particolarmente attuale: Niente di reale è più un album da percepire che da ascoltare e dato che “le comete assorbono il segnale”, assorbitelo anche voi.