Dopo
un primo, omonimo e acerbissimo EP, i Rumor hanno spiccato un salto notevole
che si riflette in tutto e per tutto in questo Pois, un altro EP di cinque canzoni. Il taglio del trio,
all’epoca composta da Marco Platini alla voce (più basso, sinth e altre
diavolerie), Elia Anelli alle chitarre e Andrea Marini alle percussioni, si
accosta senza esitazioni alle nuove generazioni della musica italiana con un
uso spregiudicato della lingua e nessuna esitazione dal punto di vista
strumentale, dove hanno la tendenza a colpire duro e a lasciarsi andare. D’altra
parte, se possono i Baustelle, non si capisce perché non potrebbero anche i
Rumor: l’essenza chitarristica di Pois richiama echi lontani di Echo & The Bunnymen o degli Smiths (Iuvullai) o dei Cure, un patrimonio che in Italia ha sempre
trovato grande ospitalità, per arrivare a citare, anche con una certa
spudoratezza, i primi, indimenticabili U2 nell’inciso di Di notte di nuovo o nell’incipit di Diamine!. Il sound è convincente, deciso, solido e le canzoni meritano
di essere scoperte nel dettaglio, in particolare Il risveglio, un tour de force sonoro ed emotivo in cui Marco
Platini e i Rumor tutti sembrano esprimersi al meglio, compresa l’eccessiva
enfasi della coda finale. Belli solidi, i Rumor mostrano anche abbastanza
scaltrezza da chiudere Pois con Bambini una ballata tanto morbida nei suoni,
quanto oscura nelle parole, che ci stanno pure. Poco meno di venti minuti di
belle speranze. Ne sentiremo parlare ancora. (Stefano Hourria)
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