Con una padronanza
invidiabile nei rispettivi strumenti e una conoscenza enciclopedica della
musica americana, nei Bluedust sono confluite cinque personalità con un
bagaglio di esperienza che ha trovato in Blast From The Past una sua speciale definizione. Perry
Meroni, voce e chitarra, se non snocciola i tradizionali del bluegrass potrebbe
andare avanti per giorni a cantare Hank Williams ed Elvis. Dino Barbè al banjo
conduce le danze sulle orme di Earl Scruggs ma con un drive che ha sempre un
accento un po’ rock’n’roll, avendo frequentato a lungo quell’ambiente. Josh
Villa alla voce e al mandolino e Tony Spezzano alla chitarra e alla voce,
entrambi particolarmente brillanti, offrono i migliori contrappunti alle
interpretazioni dei Bluedust, ben sostenuti dal contrabbasso di Marco
Centemeri, che non perde un colpo che sia uno, neanche a sparargli. Senza
discostarsi troppo dagli standard, il bluegrass è il bluegrass, le regole sono
le regole, i Bluedust riescono però a infondere alle loro variazioni sul tema quel
pizzico di originalità da far sì che Blast From The Past sia godibilissimo dall’inizio alla fine
anche se il suo destino dichiarato è quello di ottenere un lasciapassare per
farsi sentire dal vivo, dove lo spettacolo è garantito. Dall’East Virginia
Blues a My Little Girl In
Tennessee, Blast From The Past è un viaggio a senso unico lungo le praterie e le radici del
bluegrass, ma attenzione alla versione di That’s All Right Mama, c’è sempre il più famoso fantasma
d’America in agguato. (Marco Denti)
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