Gli Hellm si rivelano una realtà ben consolidata e, nonostante la novità della sigla, ormai esperta nell’affiancare Luca Milani. Federico Olivares è un chitarrista che ha la rarissima qualità della sintesi e il suo lavoro è fatto di poca appariscenza e molta, moltissima sostanza, così come l’incessante e dirompente assemblaggio ritmico di Giacomo Comincini alla batteria e Riccardo Marchesi al basso. All’urgenza del rumore (e in Idols comunque se ne sente parecchio) e dell’energia, gli Hellm, proprio a partire da Luca Milani, hanno saputo dare una forma più elastica con soluzioni brillanti, a tratti persino eccentriche come succede in Fun o con l’intelligente arrangiamento della tromba in Ready To Fall. Piccole rivoluzioni capaci di mascherare quella sottile patina di nostalgia che pervade le canzoni: se Luca Milani ha ormai maturato uno stile che si è affrancato dai suoi numerosi modelli di riferimento, con Idols si è lasciato trascinare dai fantasmi di Scott Weiland, Chris Cornell e di Kurt Cobain, così come dai ricordi di un’infanzia e un’adolescenza che il rock’n’roll, in qualche modo (e a colpi di chitarra), riesce sempre a tenere vivi. Essenziale (poco più di mezz’ora), con un sound brillante e raffinato quel tanto che basta, Idols può essere una sorpresa anche per chi segue Luca Milani da tempo, ma è un disco destinato a lasciare una traccia importante. Se invece volete la risposta quale sia lo strumento più dannoso al mondo, gli Hellm ci ricordano che l’aveva già data il più amato dei loro Idols, Kurt Cobain: “La televisione. La televisione è la cosa più sinistra del nostro pianeta. Va’ subito a prendere la tua TV e buttala dalla finestra o vendila e compra uno stereo migliore”. Poi, usatelo per sentire Idols. A tutto volume. (Marco Denti)
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