A un anno dall’uscita di Scontro tempo, senza dubbio uno dei
dischi più belli del 2013, vale la pena ripescare l’inizio del nuovo corso di
Evasio Muraro, quel Canzoni di uomini di latta con cui ha riavviato
una carriera solista che, disco dopo disco, continua a sorprenderci. Sono
convinta che in Scontro tempo ci sia molto più Canzoni per uomini di latta che O tutto o
l’amore:
Evasio Muraro è un musicista troppo poliedrico per nascondersi dietro una certa
uniformità sonora ed è troppo innamorato del rock’n’roll per restare incastrato
in una sola parentesi acustica. Se si fruga un po’ dentro le Canzoni per
uomini di latta,
si trovano già i germogli che poi fioriranno in Scontro tempo: alcune derive
ritmiche, certe divagazioni jazzistiche, tutto l’immaginario lirico condensato
da Miraggio
in poi, la vocazione per suoni eccentrici e ricercati. Canzoni per uomini di
latta è
ancora oggi un disco molto denso ed evoluto e, riascoltandolo alla luce di Scontro
tempo,
mostra quanto fossero coerenti certe intuizioni. Merita un cenno anche la parte
iconografica: Canzoni per uomini di latta non è il superlativo oggetto di
design confezionato per Scontro tempo, ma già allora era chiaro che Evasio Muraro non
si lascia costringere nei cliché e negli standard e anche nel formato banalotto
del compact disc riesce a propinarci la sua particolarissima visione artistica.
Un disco da riscoprire, a partire proprio da Distratto, piccolo, grande inno
dei nostri (miseri) tempi. (Lucia Jorio)
Nessun commento:
Posta un commento