E’ abbastanza condividere un piccolo paese e una grande passione per ritrovarsi, prima o poi, insieme. Filottrano è poco più di un villaggio sperso tra le colline marchigiane, ma è diventato ben noto a chiunque si occupi di musica italiana con appena un po' di discrezione in più del solito per aver dato i natali ai fratelli Severini, meglio noti come Gang, protagonisti di una lunga carriera piena di dischi stupendi e di un tour infinito che li vede sulla strada tutto l’anno, o quasi, a cantare canzoni e raccontare storie. I Malavida vengono da lì e sulle tracce dei Gang si sono mossi magari con un filo di esperienza in meno (verrà con il tempo) ma con la stessa destrezza. Incontrarsi sembrerebbe ovvio e naturale, ma non sempre è così facile incrociare strade che sono pur sempre diverse. I Malavida e i Gang sono stati aiutati più dalla comune passione che dalla stessa residenza o almeno così pare ascoltando Malagang. L’incontro però diventa una sorta di happening perché i Gang e i Malavida oltre a condividere vicoli e passioni hanno anche la stessa attitudine verso la strada e la musica e così ritrovarsi è stata l’occasione per rivedere la Banda Bassotti, i Border Radio, i Gente De Rua, i Radio Babylon e molti altri che sono intervenuti a vario titolo, nel riproporre un pugno di canzoni dei Malavida, degli stessi Gang e una rivisitazione, tra l’altro, di Straight To Hell degli ultimi Clash, modelli di riferimento per tutti. Un capitolo estemporaneo, peraltro non l’unico, nella storia dei Gang, ma emblematico nel mostrare lo spirito di condivisione che li anima. (Lucia Jorio)
domenica 26 gennaio 2014
venerdì 24 gennaio 2014
Mandolin' Brothers
Si può spiegare Far
Out dei Mandolin’ Brothers
con un concetto semplice, essenziale, elementare, diretto: rock’n’roll al suo
meglio. Dove abitano o che idioma parlano quando non cantano rimane un fattore
abbastanza trascurabile, a questo punto: i Mandolin’ Brothers, qui coadiuvati
con grande discrezione e assoluta dedizione alla causa da Jono Manson,
dimostrano con Far Out
di padroneggiare la lingua del rock’n’roll con tutta quella naturalezza che
viene da un’insolita e instabile quel tanto che basta miscela di esperienza e
istinto. Del primo ingrediente di questa gioiosa nitroglicerina, i Mandolin’
Brothers ne hanno in abbondanza, essendo sulla strada da oltre trent’anni. Del
secondo, sono ancora così appassionati, e in Far Out a tratti si sente persino a livello
epidermico, da essersi lasciati alle spalle, senza troppe esitazioni, anche un
disco (splendido) come Still Got Dreams. Con Far Out, e lo dice il titolo stesso, si sono allontanati da
casa, parecchio, e in effetti la confluenza di intenzioni tra Mandolin’
Brothers e Jono Manson ha prodotto qualcosa di diverso, rivelando un’elasticità
e una visione, in prospettiva, del tutto inedite. I capolavori sono altri,
d’accordo e nessuno in questa sede ha intenzione di contraddire i giudici, i
critici e le enciclopedie. I Mandolin’ Brothers (e Jono Manson, che abbiamo
adottato) vivono il rock’n’roll in un altro modo, che poi è quello giusto. Con
un riff in più e il volume leggermente alticcio, che è poi il senso giusto con
cui accostarsi a Far Out.
(Eddie Spinazzi)
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