Il terzo
“difficile” album di Luca Milani, uno dei più intensi e profondi songwriter
italiani, è la magnifica confessione di una plateale ossessione, di una
promessa che non si può mantenere, di una visione che ricorre sempre dietro gli
angoli della notte, dentro il vento, nel taglio di un vestito, in un cane nella
nebbia. E’ quella Second Chance, l’infinita possibilità che concede il rock’n’roll, a patto di
metterci l’anima, il sangue e tutti i demoni di questo mondo. Chiedetelo a
Springsteen, che a sessant’anni suonati sale e scende dai palchi senza
soluzione di continuità solo per provare a se stesso che solo certi sogni ci
permettono di restare vivi, anche se non si avverano mai. Chiedetelo a Luca
Milani, che di anni ne ha la metà e ha già capito che sarà Lost For
Rock’N’Roll per sempre,
perché quel miraggio lo vive, lo vede, lo sente In The Wind, On A Saturday Night, persino in un Silence Of This Town. La dura e cruda sincerità delle canzoni è
tradotta alla perfezione nel sound essenziale registrati e prodotti da William
Novati (bravissimo nel cogliere la ruvida natura dell’idea centrale di Lost
For Rock’N’Roll) alle
chitarre (quanto ne bastano), Luca Capasso alla batteria, Giovanni Calella al
basso e Riccardo Maccabruni che con piano e organo aggiunge un tocco di
raffinata atmosfera alle dieci spiritate canzoni di Luca Milani, capace di
portarvi per mano fino all’ultimo bar alla fine del mondo. Splendido. (Marco
Denti)
mercoledì 25 settembre 2013
lunedì 23 settembre 2013
Angelo Leadbelly Rossi

venerdì 20 settembre 2013
Stephane TV
Il terzo segnale
dall’emisfero degli Stephane TV si incolla ai precedenti mostrando in modo
indiscutibile la crescita di un gruppo e di un suono che, canzone dopo canzone,
si è avviato a costruire un’identità ormai ben precisa. Giuseppe Capozzo alla
voce (noncé autore dell’elegante artwork), Giovanni Catalano al basso, William
Novati alle chitarre (anche molte acustiche, per l’occasione) e Claudio
Sambusida alla batteria hanno scelto in questo frangente il lato più riflessivo
e delicato degli Stephane TV facendosi aiutare da Cosimo Cinieri alle chitarre
e da Andrea Girelli e Eros Kristyani alle tastiere. E’ proprio quest’ultimo che
aggiunge alla sinuosa Limits of Control un coda di archi che ne sottolinea la bellezza
melodica. E’ la ragione d’essere degli Stephane TV, che sanno costruire semplici
gioiellini pop, brillanti e suadenti, che si insinuano con piccoli refrain e un
sacco d’atmosfera. In questo sono esemplari, una volta di più, Last Days Of
Joe Hill, con quei sottili
arabeschi di chitarra che dialogano con le tastiere, e soprattutto Snow
Covered la cui evoluzione
lungo cinque minuti abbondanti si dipana una notevole varietà di soluzioni,
compresa la lunga sfumatura finale (molto bella la chitarra). Da ascoltare a
ripetizione. Resta da ricordare che l’insolito “growing up in public” degli
Stephane TV non sarebbe possibile senza l’ausilio della Martiné Records, una
piccola, intelligente realtà che merita molto più di quanto il cosiddetto
mercato possa concedere. (Stefano Hourria)
mercoledì 18 settembre 2013
The Gang
Un minuzioso lavoro di ricerca,
un lungo e lentissimo cammino, perché sia i semi che la speranza hanno bisogno
di tempo, e di pazienza, hanno alla fine portato i Gang a celebrare il legame
con la terra, già esplicito nel titolo, con la loro origine contadina, vicina
ai tempi delle stagioni, della natura, ma sempre saldamente in trincea, in una
lotta infinita per l'emancipazione. La sequenza delle canzoni de Il seme e la
speranza, ancora prima della loro essenza musicale, è già un modello di
ricognizione nella cultura legata alla terra di mezzo mondo: da This Land Is
Your Land di Woody Guthrie alla storia, mai dimenticata, di Chico Mendes, dalla
Pianura dei sette fratelli a A la molina no voy mas, incrociando il Sud con il
Nord, le Americhe con l'Europa perché è ovunque "terra nostra" e il
lavoro e il pane sono uguali, nonostante le differenti lingue, nazioni, storie
e culture. In un certo senso, al di là della sua variegata natura, Il seme e la
speranza chiude il lungo e laborioso ciclo che i Gang avevano inaugurato con Le
radici e le ali, ma trasmette anche la sensazione, nella sua compiutezza, con
la sua forza, che le loro terre saranno ancora molto fertile ed ospitali anche
perché, per diralo con Alcide Cervi, "dopo un raccolto ne viene un altro".
Anche per questo, la ristampa era doverosa e indispensabile perché Il seme e la speranza è uno dei dischi italiani più belli ed
importanti degli ultimi anni. (Lucia Jorio)
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