venerdì 3 maggio 2024

Paolo Ronchetti

Dopo anni di militanza in dozzine di gruppi, ensemble, progetti, collaborazioni ed eventi estemporanei, Paolo Ronchetti giunge all’esordio discografico con un album coraggioso che prova a sintetizzare la passione per “mille autori e musicisti” in uno stile personale e unico. L’allineamento di “ispirazioni e desideri” in Cose da fare ha una ricchezza intrinseca cresciuta coltivando una visione musicale panoramica ed elaborata, che comprende persino il riff e gli arrangiamenti di chiara derivazione nordafricana in Vedi come passa il tempo. È una bella sorpresa e non è l’unica perché ci trovate Enzo Jannacci e i Los Lobos, Tom Waits e Gianmaria Testa, i Suicide e Charlie Haden, Joni Mitchell e Patti Smith perché le canzoni di Cose da fare oggi serpeggiano anche tra i lati femminili, con parole modificate in corso d’opera, suoni che attingono a galassie distanti tra loro e che trovano nell’interpretazione di Paolo Ronchetti (e nell’accurata produzione di Michele Anelli) una felice coesione, uno spirito comune e condiviso. Magari è vero che L’amore è una focaccia calda, ma tra le Cose da fare pare di capire che abbia un ruolo molto più importante: l’album è pervaso da una tensione spirituale che comincia con il tambureggiare di Attendo il sereno e si congeda con l’intima confessione di Adoro le canzoni di Natale. Un’intensa e delicata lullaby che racchiude tutte “le cose” di Paolo Ronchetti: sono tante, spumeggianti, bellissime e vanno scoperte almeno con la stessa cura con cui sono state assemblate.

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