Anticipazione dell’album in uscita dopo l’estate, Beautiful Praise è ancora un gioiellino pop firmato da Andrea Calvo alias Grand Drifter è una dichiarata e orgogliosa “rivendicazione della gentilezza”, che ruota attorno alla costruzione leggiadra ed evocativa di tre minuti e quattro secondi. Ci sono echi espliciti e confermati di Simon & Garfunkel, Beach Boys, Burt Bacharach e questo almeno nelle intenzioni di Grand Drifter che però con quelle chitarre limpide, la batteria essenziale e lineare e le note rarefatte del piano e delle tastiere ricorda da vicino una bella stagione di cantautori nascosti dietro i nomi variopinti di Aztec Camera, Orange Juice, Josef K e, più avanti, anche Lloyd Cole & The Commotions o i mai dimenticati Housemartins compresa la passione inamovibile per i Go-Betweens (che di songwriter ne avevano addirittura due). Questo soltanto a livello di suggestioni e di indicazioni perché, pur nella sua mutevole forma, Gran Drifter ha ormai una sua precisa identità e la personalità di Andrea Calvo, pur sommando tutte le influenze fin qui riportate, è tale da poter dare un’interpretazione tutta sua del vasto universo pop. Beautiful Praise ha la fortuna di contenere già tutti gli aspetti (la delicatezza e l’armonia, la solidità del ritmo, l’incanto dell’atmosfera in generale) per assicurarsi un pezzo della stagione in corso, in attesa delle conferme autunnali che, non c’è dubbio, non mancheranno.
venerdì 28 luglio 2023
martedì 25 luglio 2023
Paolo Farina
domenica 23 luglio 2023
Tiziano Cantatore
Le canzoni di Dave Alvin, Townes Van Zandt, John Prine costituiscono un trittico raffinato e di gran classe nel cuore di La luna del giorno dopo, ma l’identità cantautorale non deve trarre in inganno perché il suono che Tiziano Cantatore annuncia e persegue è quello di una rock’n’roll band che attinge alla grande tradizione che va da Byrds ai R.E.M. passando per Tom Petty, con una grande dispiego di chitarre a sei e a dodici corde che si dividono in modo equo le diverse fasi delle canzoni. È una luna un po’ italiana e molto americana che si accorda in modo spontaneo alle liriche di Tiziano Cantatore che compiono un viaggio circolare sottolineato alla perfezione dalle due differenti versioni di La voce che manca, quella al completo, che funziona da ouverture, e una acustica posta in chiusura che la trasforma quasi in una lullaby. Compreso tra questi estremi c’è un intenso racconto in words & music di sogni e paesaggi, avvolti in una felice fragranza di arrangiamenti che mettono in luce la passione di Tiziano Cantatore per gli States, ma anche per la tradizione del cantautorato italiano. Nell’insieme questo coraggioso ibrido di lingue e culture distanti affascina per la grazia con cui viene affrontato ogni singolo momento: La luna del giorno dopo è bella piena e, come insegna Neil Young (uno particolarmente votato alle influenze delle fasi lunari) è propizia a un grande raccolto, che Tiziano Cantatore offre con l’esperienza di un vecchio nomade e la generosità dell’indomito sognatore.